14 aprile 2016
Vi proponiamo l'approfondimento di Raffaelle Barberio su Key4Biz.
In questo momento ci sono di fatto due competitor sul mercato delle Tlc che si contendono lo sviluppo dell fibra in Italia: Enel (in cordata con Wind e Vodafon) e Telecom. Entrambi hanno previsto finanziamenti ed ealborato progetti. "Il metodo scelto dai contendenti è quello dell’esibizione del muscolo, della minaccia del canino a labbro alzato, del ringhio nel buio della notte".
Da un lato Telecom che, non appoggiato dal Governo, minaccia la riduzione dei propri posti di lavoro, salvo poi smentiore a livello internazionale "E’ un po’ come dire: se ENEL andrà avanti con il suo progetto ci farà male a tal punto che saremo costretti ai licenziamenti". Errore tattico.
Dall'altro Enel che un anno fa ha deciso di scendere in campo decidendo di costruire una rete in fibra ottica da offrire agli operatori. "Enel punta a farla molto facile: dal momento che dovremo sostituire i contatori elettronici con quelli digitali, approfitteremo per infilare nei cavidotti la fibra ottica e i costi saranno di gran lunga inferiori.Un modo abbastanza semplificato di guardare alle problematiche ben più complesse della costruzione di una rete in fibra ottica: un progetto che ha invece in sé criticità tecnologiche, politiche, industriali, regolatorie, amministrative".
Nel mezzo il Governo Renzi, che del tutto in modo irrituale perché dovrebbe sostenere il sistema Paese e non una singola azienda, "mette il cappello" sul progetto Enel. "Un governo può sostenere fattivamente questo o quel progetto, ma non può parteggiare senza se e senza ma per un progetto sostenuto da un’azienda nazionale contro un progetto sostenuto da un’altra azienda nazionale".
Quindi cosa succederà?
Telecom rimarrà con le sue difficoltà da affrontare.
Il progetto ENEL si troverà di fronte tutti i problemi su cui fior di esperti e addetti ai lavori oggi soprassiedono.
"Infine, tra qualche settimana o tra qualche mese si registrerà Game Over, per ricominciare un’altra partita…a meno che…A meno che qualcuno non decida di fermare a mezz’aria le pallottole e riporti il tutto sul piano di una pacata negoziazione, che è ciò di cui le aziende hanno bisogno e che il governo dovrebbe assecondare".